Spesso le scelte dei genitori hanno un effetto a lungo termine sulla vita dei figli.
Se i genitori fanno scelte poco sagge, possono causare problemi ai loro figli. Se invece prendono buone decisioni, sarà più probabile che i figli crescano sani e felici.
Come altre importanti parti del corpo, i piedi hanno bisogno della debita cura. Un po’ di attenzione dà grandi risultati sotto forma di migliore salute e felicità.
I piedi sono stati progettati per correre, ballare, camminare, saltare e pattinare.

Benché siano di struttura semplice hanno una forza possente. Probabilmente percorreranno intorno a 120.000 chilometri in una vita media di settanta od ottant’anni. Per attutire tutti gli urti associati a ciò, ciascun piede, a partire dai 13 anni, consiste di un’intricata combinazione di 26 ossa e 214 legamenti. Sono tutti meravigliosamente uniti insieme per formare un arco dal calcagno all’avampiede. Camminando, il calcagno è la prima parte su cui poggia il peso dei vostri figli. Quindi il loro peso si sposta lungo le ossa tarsali di forma irregolare o astragali, lungo le cinque ossa metatarsali o del collo del piede e lungo le quattordici ossa delle dita, che danno la spinta in avanti.

Ma come sono i piedi dei vostri figli? Sono piatti? E se sì, sono piatti flessibili o rigidi? Vi hanno detto che devono essere trattati con un intervento chirurgico correttivo “facile”, ma avete molti dubbi?

Questo articolo è stato scritto per guidare i genitori che sono attenti ai bisogni e alle cure dei figli verso le migliori strategie terapeutiche da seguire nella correzione conservativa e o chirurgica (senza nuocere) del piede piatto nel bambino.

PIEDE PIATTO

Il piede piatto, è una condizione caratterizzata da una riduzione /appiattimento della volta plantare, che tarda a formarsi o che non si forma affatto durante la crescita.

Dal punto di vista biomeccanico, si associa ad un valgismo più o meno importante del retropiede, ovvero un inclinazione e rotazione del calcagno verso l’interno, scaturito da uno slittamento dell’astragalo verso il basso e verso la linea mediana del corpo.

Questo atteggiamento dal punto di vista funzionale, prende il nome di IPERPRONAZIONE e può essere di gravità variabile, in quanto la pronazione è un normale e fisiologico movimento del piede e serve a gestire e ammortizzare il carico a contatto con il suolo. Quando è eccessivo tende a ridurre notevolmente la struttura dell’arco plantare. Proprio per questo negli ultimi anni tra gli esperti del settore si parla sempre più di “Sindrome Pronatoria”.

EVOLUZIONE DEL PIEDE NEL BAMBINO

Dalla nascita i piedi dei bambini sono fisiologicamente tutti piatti, caratterizzati da un eccessiva presenza di lassità legamentosa tipica dell’età e tessuto adiposo che con la crescita si atrofizza.

Questo iniziale fenomeno che a prima impressione può destare preoccupazione, ha invece un aspetto funzionale del tutto positivo e diventa un importante elemento di apprendimento per il bambino.

La volta che si appiattisce permette infatti di toccare o di sfiorare il suolo, garantendo maggiore stabilità ed equilibrio in posizione eretta, condizioni fondamentali nelle prime fasi della deambulazione. Inoltre il piede, organo di senso eccezionale, stimola elementi riflessogeni posti nella pianta del nostro piede, i quali inviano informazioni propriocettive ai centri nervosi che a loro volta azionano per via riflessa spinale i muscoli deputati alla creazione e al mantenimento della volta durante la crescita.

Quindi fisiologicamente, il piede mostra uno sviluppo progressivo della volta plantare, dell’appoggio del piede e un miglioramento del valgismo del retropiede nel corso dei primi dieci anni di vita.

CAUSE DEL PIEDE PIATTO

Non si conosce una vera e certa eziologia del piede piatto. Un ruolo sicuramente importante ma ancora non pienamente compreso è svolto dal tendine d’Achille. Infatti un tricipite surale contratto può forzare il piede in un atteggiamento di pronazione. Un altro imputato è sicuramente il tibiale posteriore che è un importante stabilizzatore della volta plantare e il cui deterioramento può essere causa di dolore e conseguenza del piede piatto.
Ulteriori possibili cause sono:

  •  l’utilizzo di calzature non adeguate e lo stile di vita sedentario che implicano una riduzione notevole del lavoro motorio e recettoriale del piede, rallentandone il corretto sviluppo;
  • danni alle ossa del piede e della caviglia;
  • artrite reumatoide;
  • malattie neurologiche(molto più rare e tipiche del piede cavo);
  • il sovrappeso.
CLASSIFICAZIONE

Generalmente il piede piatto viene classificato attraverso l’osservazione dell’impronta plantare al podoscopio. Questo strumento permette di valutare il valgismo del retropiede rispetto alla gamba e l’ampiezza dell’istmo, ovvero la porzione d’appoggio del mesopiede (porzione centrale del piede) che in condizioni di normalità deve essere 1/3 rispetto alla larghezza dell’avampiede. Maggiore è l’istmo e più alto sarà il grado di piattismo, la cui entità si considera dal primo grado (il più lieve) al quarto grado (il più severo).

Nonostante sia il metodo più usato per la classificazione, la reale gravità non è proporzionata al grado di questa scala di valutazione.

Il piede piatto nel bambino si può classificare, inoltre, in due principali tipologie:

  • Piede piatto flessibile (comprende il 95% dei casi)
  • Piede piatto rigido

Il piede piatto flessibile è caratterizzato dall’assenza o riduzione della volta plantare quando il piede è poggiato al suolo, ma può essere ricreata fuori carico o chiedendo al bambino di alzarsi sulle punte dei piedi.

Nel piede piatto rigido la volta plantare non si ricostituisce e il tallone non si corregge. In questo caso si può riscontrare la correlazione con patologie neuromuscolari, esiti di piede torto, esiti di astragalo verticale e sinostosi tarsali.

Esempio di Piede piatto flessibile

SINTOMI

Il dolore è un importante parametro clinico, fondamentale, da valutare attentamente nello screening del piede piatto:

  • dolore articolare (caviglia,ginocchio,anca);
  • dolore da alterazione posturale e mal di schiena con limitazioni funzionali e instabilità;
  • dolore di natura reumatica, infiammatoria, neoplastica, post traumatica o neurologica.

Il dolore compare durante l’attività sportiva o anche a riposo? È mattutino o notturno? Limita il bambino nelle sue comuni attività?

COME SI VALUTA?

La TC eventualmente integrata dalla RM rimane lo studio di scelta nelle sinostosi tarsali, una malformazione congenita relativamente frequente (3–6% dei piedi in età pediatrica) caratterizzata da piattismo della volta longitudinale plantare con valgismo del meso-retropiede, rigidità delle articolazioni delle articolazioni del tarso, dolore e contrattura dei muscoli estensori e pronatori del piede.

C’è da dire, inoltre, che il piattismo della volta plantare può non essere la causa, bensì l’effetto di uno squilibrio progressivo tra i due movimenti triplanari (pronazione e supinazione) del piede durante le varie fasi del ciclo del passo. In questi casi, analisi ad alta tecnologia ripetibili e non invasive in statica e in movimento permettono di avere report, immagini, dati e numeri oggettivi necessari per calcolare l’indice di piattismo (dato dal rapporto tra l’ampiezza dell’istmo e l’ampiezza del tallone posteriore) e per diagnosticare alterazioni posturali e dell’apparato muscolo-scheletrico nel bambino durante le fasi più “critiche” della crescita (tra i 6 e i 10 anni).

Baropodometria Dinamica

IL TRATTAMENTO CONSERVATIVO

Le opzioni terapeutiche più valide sono:

  • Un Percorso di Rieducazione Posturale e Propriocettiva Personalizzato, nei casi di piede piatto flessibile asintomatico ma che presenta segni importanti di instabilità, lassità legamentosa e/o ipotonia muscolare.
  • L’utilizzo del plantare, nei casi di piede piatto doloroso con deformità ancora non strutturate.

Le conoscenze più moderne e scientifiche sull’argomento, dimostrano che un programma riabilitativo personalizzato, quando viene posta diagnosi di piede piatto valgo flessibile, concorre a favorire lo sviluppo ortomorfico e funzionale del piede; a migliorare l’equilibrio monopodalico, al potenziamento dell’apparato legamentoso e muscolare degli arti inferiori ed in particolare dei muscoli supinatori (tibiale posteriore e peroneo lungo) e cavizzanti (flessore proprio dell’alluce, estensori e flessori delle dita). Inoltre si è constatato un miglioramento del tono dei muscoli lassi e l’organizzazione dei barocettori e dei tensocettori a livello articolare, modificando sensibilmente l’appoggio plantare e, conseguentemente, la deambulazione fisiologica.

QUANDO E’ INDICATO IL TRATTAMENTO CHIRURGICO?

E’ indicato quando il bambino, in età pediatrica, lamenta dolore. È questa la chiara indicazione che proviene dalla letteratura e dalle società scientifiche internazionali di Ortopedia Pediatrica.

Il dolore ha generalmente queste caratteristiche:

  • viene riferito nella zona plantare-interna del piede o nella zona laterale (seno del tarso);
  •  è di tipo meccanico: cioè è correlato all’attività e non è presente di solito a riposo o quando il bimbo dorme;
  • deve essere significativo, cioè rappresentare una limitazione funzionale per il bambino;
  • si accompagna spesso a una sensazione di facile stancabilità del bambino nei muscoli della gamba;
  • non si accompagna a segni di infiammazione: gonfiore, arrossamento, calore, versamento;
  • non risponde ad un ciclo di trattamento conservativo.

È fondamentale che l’intervento vengo proposto alle famiglie con le giuste indicazioni, pena l’esposizione dei bambini ad un rischio di complicanze difficilmente giustificabili.

COME FARE LE SCELTE GIUSTE?

…”Ci hanno detto che nostro figlio deve essere operato per evitare problemi futuri anche se in questo momento lui sta bene e non lamenta disturbi”.
Ci hanno detto che se non fa l’intervento in questa fascia di età non potrà più farlo…

Quando si prende una decisione è sempre saggio considerare il probabile risultato, e non solo l’immediato guadagno.

Il Poliambulatorio Orice ha creato per le famiglie attente ai bisogni dei figli un Lab di analisi del piede e della postura dove, per una medicina più umana, le tecnologie più evolute e affinate dell’era moderna in campo diagnostico e valutativo abbracciano il principio di multidisciplinarietà.

Un’ equipe medico-scientifica ben assortita con un solo obiettivo: la migliore prestazione professionale in scienza e coscienza per la tutela della salute nella prevenzione, nella diagnosi, nella cura e nella riabilitazione del piede piatto.

Dr. Pino Riolo, Dott. Giovanni Lucchesi, Dr. Placido Alacqua

CHI DEVE SCEGLIERE?

Scegliete voi e non lasciate che gli altri scelgano per i vostri figli.
“Cominciate” da qui, da quello che avete appreso grazie alle informazioni contenute in questo articolo . E pensate in termini di novità che non vuol dire fare qualcosa di totalmente nuovo. Può voler dire fare qualcosa di simile, ma cambiando un pezzo.

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